Ciao e buon sabato,
vediamo un po’, quanto è passato? Quasi quattro mesi. Una pausa lunga e - parzialmente - ingiustificata. Sono successe tonnellate di cose in questi mesi, molte delle quali avrebbero trovato spazio in questa newsletter, avrei avuto modo di raccontarle e spiegarle, ma invece niente: ha vinto altro. Impegni, pigrizia, traslochi, procrastinazione, paranoie varie su cosa può e non può interessare di questo spazio che, a volte, mi è sembrato troppo egoriferito e autocelebrativo. Questo è un ragionamento che faccio spesso anche riguardo Instagram. Mi chiedo: ma cosa gliene frega alle persone dei fatti miei? Niente, di fatto. Eppure quello dei social è un meccanismo che si alimenta di cose fatte, comprate, mangiate e più in generale vissute da chi sta dall’altra parte del post. Poi certo, una buona dose di utilità o almeno ispirazione è necessaria e spero di riuscire almeno in questo. La Giulia Torelli in questi giorni ha pubblicato nelle stories un messaggio di una ragazza che le scriveva una cosa del tipo “Giulia, tu mi piaci perché attraverso i tuoi contenuti online mi stimoli a vivere quello che c’è offline, come andare al cinema, leggere, allenarmi”; mi sono detta che in effetti quello è un bel traguardo, perché limitarsi al doomscrolling non fa che appiattire il cervello; invece alzare gli occhi dal telefono, uscire di casa, alimentare la curiosità sono manovre quasi di sopravvivenza, ormai. E me lo dico anch’io, quando certe volte sto come una rincoglionita a guardare video su TikTok, i miei preferiti ultimamente sono quelli in cui i negozianti si filmano mentre parlano con i clienti (Francesca? Hello?) oppure quelli in cui le persone puliscono meticolosamente casa loro, e mi viene da fare lo stesso salvo che poi passo l’aspirapolvere in sala e sono già stufa. Questi sono i livelli, certe volte mi vergogno e mi dico: Dai, elevati. Un po’ per questo, forse, me ne sono stata zitta. Ho avuto il cervello un po’ stanco a causa di altri pensieri pesanti che richiedevano, di riflesso, superficialità, e sto accusando l’inverno, quest’anno. Ho freddo, faccio le stesse identiche cose tutti i giorni, ma ecco che ho comunque trovato qualcosa di bello in questo gennaio che finalmente è finito:
l’alba dalle finestre della casa nuova, tra i borghi e i campanili
i tramonti più rosa e più belli dell’anno
i giacinti, con il loro profumo fortissimo che urla PRIMAVERA anche se il calendario non è così tanto ottimista, ancora
Le passeggiate con la Linda in Piazza Duomo, mattina e sera. A Parma è il mio posto preferito.
Detto questo, volevo ringraziarvi per la pazienza, per le persone che nonostante il silenzio hanno continuato a iscriversi, per le persone che ogni tanto bussano e mi chiedono Scusa ma la newsletter non torna più? E quindi eccoci qui, con quale cadenza, come al solito, non è dato sapere, ma cercherò di tornare con assiduità. Questo spazio l’anno scorso mi ha aiutata a ricollocarmi in un momento nerissimo, ora sto decisamente molto meglio, ma sono ancora ben consapevole di quanto sia necessario coltivare un proprio spazio, osservarsi, anche da fuori. E raccontare. Incoraggio sempre tutte a farlo, non necessariamente mettendosi in piazza.
Via, quindi, che si ricomincia.
Cosa sto leggendo
Qui, come sempre, ci si divide tra il “cosa vorrei” e il “cosa dovrei”.
Sto leggendo per piacere personale l’ultimo romanzo di Dolly Alderton, che si intitola Avete presente l’amore?
Parla di una rottura e, come sempre riesce a fare Dolly - la chiamo per nome perché penso sempre che sia una mia amica - arriva dritta dritta come se stesse parlando proprio di te. Dolly Alderton è una millenial e lo dico perché incarna nelle tematiche e nello stile tutte le verità della mia generazione. Ha questa capacità di far sentire compresi e di utilizzare le parole esatte, quelle che avremmo scelto anche noi per descrivere quel tipo di dolore e di rinascita. Gli altri libri di Dolly Alderton usciti in Italia - tutti per Rizzoli - sono Tutto quello che so sull’amore e Sparire quasi del tutto. Il primo è un memoir, il secondo un romanzo. Personalmente ho preferito il primo (l’ho anche citato qui), anche se ammetto di non essere in generale una grande fan dei memoir (parere mio: vanno di gran moda adesso e spesso mi chiedo se sia così necessaria l’urgenza di raccontare di se stessi, e torniamo a quello che scrivevo poco fa nell’introduzione); ci sono così tanti riferimenti culturali e pop in questo libro che è praticamente impossibile non riconoscersi in qualcosa che l’autrice racconta, se si è tra i trenta e i quarant’anni. Poi è arguta, brillante, usa un umorismo intelligente, una schiettezza delicata che normalizza il quotidiano.
Dal comodino poi mi osservano Estasi Culinarie di Muriel Barbery e Figlie Sagge di Angela Carter. Si tratta dei libri di questo mese dei book club Una certa idea di cibo e A Place for Us.
Ci sono poi rimasta sotto con la saga di Blackwater, di cui sto ascoltando l’audiolibro su Storytel. Ora capisco come mai sia diventata così virale. Un fantasy - in realtà il genere è definito Southern Gothic, un gotico ambientato nel sud degli Stati Uniti - che si svolge in Alabama a partire dagli anni Venti; una piena devastante cambia le sorti di una cittadina, Perdido, dove arriva anche una donna misteriosa dai capelli rossi.
Cosa ho comprato
La situazione negli ultimi mesi mi è scappata decisamente di mano. Da quando mi sono spostata nella casa nuova ho deciso di votarmi al minimalismo. Le intenzioni sono buone, la pratica decisamente fallimentare. Per quello che riguarda la casa però, almeno per ora, ci sto riuscendo: ho tutto quello che mi serve e non sento la smania di comprare lenzuola nuove, cuscini per il divano o piatti strani. Anzi. Per quello che riguarda l’abbigliamento, invece, è un’altra storia. Come molte altre persone, sono volubile nei gusti. L’anno scorso però ho, diciamo, capito qual è il mio stile e che cosa mi piace: non amo i colori, preferisco le linee larghe, spesso mi ritrovo di più in look “maschili” piuttosto che femminili, ma mi piace esaltare la femminilità con accessori e make up. Quindi, ecco un rapido elenco di acquisti degli ultimi mesi di cui sono molto soddisfatta. Vengono soprattutto da Vinted. Se abbiamo gusti simili, potete prendere ispirazione:
Un paio di Salomon XT6 in goretex. In ritardo sulla vita come sempre, ho capito che mi piacciono.
Sempre in tema scarpe: le Adidas Handball Spezial azzurre. Le ho fatte vedere in questo video su TikTok
A proposito di TikTok, ho visto un sacco di video sulla tinta labbra Wonderskin. Anche Le Profumiere hanno dedicato un reel a questo prodotto. Si tratta di una tinta labbra resistentissima: è blu quando si stende, va tirata via con un pannetto umido dopo circa 30 secondi e il colore reale (devo dire molto bello) dura poi tutto il giorno. Io ho la shade Whimsical. Si trova su Amazon.
Sempre su Amazon ho preso il lucidalabbra Lifter Gloss di Maybelline New York: mi piace molto. Bello lucido, colore resistente (ho preso la tinta Petal, un rosa non troppo acceso, ma brillante)
Ancora trucchi: dopo aver finito il mio amato 4 in 1 Perfect Glow sempre di Maybelline New York (shade 0,5 preso a Londra da Boots ma si trova anche qui), sono passata a Halo Glow Liquid Filter di Elf (shade 1 nel mio caso). Costano entrambi sui 15€, non sono dei fondotinta anche se io li uso così. Non coprono, ma rendono il colorito omogeneo e molto luminoso, un effetto che personalmente amo perché rimane naturale ma ordinato e sano.
Una felpa di Ganni. Amo Ganni spassionatamente.
Elena, una mia compagna di pilates, ha confezionato per me una sciarpina rossa in cashmere esattamente come questa. La porto tutti i giorni.
Magliettine sottili in cashmere e modal alla merceria Mussi, quelle di cui parla spesso Gloria (Mussi, appunto) di Attilio Vintage. Sono la svolta perché tengono caldo, si possono sovrapporre ed è divertente l’effetto del layering portate senza niente sopra (e trovo sexy senza niente sotto), ma sono così sottili che sotto ai maglioni non fanno effetti strani e goffi. Io ne ho quattro, da indossare singolarmente o mixare: azzurra, panna, grigia e blu scuro, tutte con lo scollo a barchetta. Costano meno di 20€ e io ho la taglia M.
Cose da fare (non solo) nel weekend
Credevo fosse l’ultimo weekend per visitare la mostra su Keith Haring a Palazzo Tarasconi, invece è prorogata fino al 25 febbraio
A Palazzo Dalla Rosa Prati ha inaugurato una mostra multimediale dedicata a Van Gogh
Visioni (im)possibili: anni Sessanta in chiava Bauhaus a Palazzo Pigorini
Prosegue la mostra Walter Albini al CSAC
Torna il Remira Market a Colonne28, sabato e domenica
Musica swing in Borgo Santa Brigida, domenica
Domenica a Bologna c’è il Rail Market
Oggi, sempre a Bologna, open studio dalle ragazze di Vez Secondhand
Oggi c’è Verona Antiquaria
Tra un mese si conclude la mostra FELICITAZIONI! CCCP. Fedeli alla Linea 1984-2004 ai Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia, se potete andateci, è grandiosamente punk. (le ho dedicato un reel)
Grazie per aver letto fino a qui. Spero che questa newsletter vi sia piaciuta: fatemelo sapere! Scrivetemi, condividete e se pensate che possa piacere a qualcuno, inoltratela :)
Avete visto che le giornate si sono allungate? Un cliché che chiama birrette al sole. Sbaglio? Ci sentiamo prestissimo.
baci
Franci
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